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Cornice III

Pg. XV - XVI -XVII


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Custode: Angelo della Mansuetudine (Pg. XVII, 40).
L'Angelo canta: "Beati pacifici, che son sanz'ira mala" (Pg. XVII, 68-69), la settima beatitudine evangelica (Matteo 5,9). Dante ha, tuttavia, sostituito l'espressione "quoniam filii Dei vocabuntur", con la precisazione tomista tra ira buona e cattiva.
Purganti: Iracondi.
Pg. XVII,121-123
... chi per ingiuria par ch'aonti,
sì che si fa de la vendetta ghiotto,
e tal convien che 'l male altrui impronti.

Pena:
La pena "fisica"
I penitenti sono avvolti dal buio del fumo, tanto che Dante nel passaggio dalla II alla III Cornice, non li vede ma li sente cantare. Sarà Virgilio a spiegare che sono le anime degli iracondi che purgano il loro peccato: "e d'iracundia van solvendo il nodo" (Pg. XVI,24).

La preghiera
I penitenti cantano l'Agnus Dei


Pg XVI,16-19
Io sentia voci, e ciascuna pareva
pregar per pace e per misericordia
l'Agnel di Dio che le peccata leva.

E', questa, una delle preghiere della liturgia della messa che ha origine evangelica (Giovanni 1,29). Agli iracondi, che furono sempre in cerca di scontri e vendette, ben si adatta l'invocazione a Gesù, Agnello di Dio, simbolo di pace, riconciliazione, mansuetudine.

La meditazione
Dante, in stato di estasi, ha visioni di esempi di mansuetudine:

e di ira punita: Contrapasso: Come in vita furono accecati dall'ira tanto da non riuscire e distinguere il bene dal male, ora un denso fumo li priva della luce della grazia.
Personaggi: Marco Lombardo.