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TIRESIA Inf. XX, 40
Cerchio 8 - bolgia 4 - Indovini

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Tiresia era un celebre indovino tebano. Alcune versioni del mito narrano di come diventò cieco per aver visto Atena nuda, mentre si bagnava nella fonte Ippocrene.
Dante prende spunto per il personaggio di Tiresia dalla "Tebaide" di Stazio (Pg.), ma rispetto all'opera del poeta latino elimina tutti i tratti eroici del personaggio: l'episodio che il poeta narra, infatti, e che pone in ridicolo la vanità del celebre indovino è assente nell'opera di Stazio, ma Dante poteva leggerlo in Ovidio (Metamorfosi III).

Narra Ovidio che, vedendo due serpenti accoppiati, Tiresia colpì la femmina e venne tramutato in donna, fino a quando, sette anni dopo, riuscì a colpire il maschio della stessa coppia di serpenti e potè, così, riacquistare le sembianze maschili. A seguito di questa doppia trasformazione, fu interrogato dagli dei su chi provasse maggior piacere nell'amore, se l'uomo o la donna: la sua risposta indignò Era, che lo accecò, mentre piacque a Zeus, che gli donò il potere della veggenza, che Tiresia utilizzò largamente nella guerra che oppose i sette principi greci a Tebe, la sua città.
Egli, infatti, rivelò il parricidio e l'incesto di Oreste (Pg.), mentre Ulisse, disceso nell'Ade, evocò la sua ombra per conoscere la propria sorte.
Anche Manto, la figlia di Tiresia, ebbe dagli dei il dono di predire il futuro.