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Personaggi citati

Giuseppe della Scala
("suo figlio") Pg. XVIII,124

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Figlio illegittimo di Alberto I della Scala, signore di Verona dal 1279, Giuseppe fu imposto dal padre come abate di S. Zeno, il maggior monastero della città.
Gli antichi commentatori si accaniscono su di lui, gareggiando nell'attribuirgli, forse non del tutto a torto, ogni sorta di scelleratezze.

Dante, invece, è lapidario ma sprezzante nel tratteggiare le qualità fisiche e morali di Giuseppe:

"...mal del corpo intero (deforme o zoppo, come riferiscono gli antichi commentatori)
e de la mente peggio, e che mal nacque"
(Giuseppe era illegittimo).

Come queste affermazioni possano conciliarsi con le alte lodi che, soprattutto di Cangrande e Bartolomeo ("'l gran Lombardo"), Dante esprime altrove, è possibile spiegare solo con la strenua indipendenza spirituale, che il poeta mantenne anche verso i benefattori nel tempo dell'esilio, e con la considerazione che la condanna di Giuseppe si appunta sulla indebita ingerenza del potere politico nella gerarchia della chiesa.