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Argomento del Canto IX

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Il canto si apre con le ultime parole di Carlo Martello che, con fervore, accenna ad un oscuro castigo divino che si abbatterà sulla stirpe angioina, fervore placato poi nell'abbandono alla contemplazione divina.

Questa è la prima delle tre profezie presenti nel canto: le altre due vengono pronunciate da Cunizza da Romano e Folchetto da Marsiglia, i due spiriti del Cielo di Venere che, dopo Carlo Martello, si avvicinano a Dante per parlargli.


Cunizza, pentitasi di una vita scandalosa e tutta dedita ai piaceri, aveva indirizzato la sua inclinazione amorosa esclusivamente al fervore di carità e all'amore celeste; il suo sdegno verso gli abitanti della Marca Trevigiana si traduce nell'annuncio di lutti e di sconfitte, che presto travolgeranno queste genti.

Folchetto, trovatore provenzale di larga fama, sedotto anch'egli in gioventù dalle umane passioni e poi convertito in seguito alla morte della donna amata, rivolge invece una fiera invettiva contro la curia di Roma, sulla quale presto si abbatterà il castigo divino.