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TAIDE Inf. XVIII, 127
Cerchio 8 - bolgia 2 - Adulatori

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Taide è uno dei personaggi della commedia "Eunuchus" di Publio Terenzio Afro (Pg.), commediografo latino del II sec. a.C.
Il soldato Trasone, dopo aver inviato in dono all'amante Taide una giovane schiava, chiese al mezzano, che faceva da intermediario ai loro amori, se la donna avesse apprezzato il dono e gli fu risposto che lo aveva apprezzato "moltissimo".

Proprio sull'esagerazione della risposta Cicerone intesse, nel "De Amicitia", l'esemplificazione e la condanna dell'adulazione.
La critica ha provato, poi, come Dante non abbia attinto, per il suo episodio, direttamente al testo di Terenzio, che pur conosceva, ma abbia tratto spunto dalle considerazioni di Cicerone, desumendo da altra fonte la qualifica di "puttana" che Cicerone non rileva.
In Taide, dunque, Dante esemplifica l'adulazione come frode sistematica, corollario ineliminabile della sua prostituzione.