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MAOMETTO Inf. XXVIII, 22
Cerchio 8 - Bolgia 9 - Seminatori di discordie

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Maometto, nato a La Mecca nel 570 e morto a Medina nel 632, è il fondatore dell'Islamismo. Da giovane fu cammelliere al servizio della ricca vedova Khadigia, che poi sposò.
Dopo una crisi mistica avrebbe ricevuto nel 610 la rivelazione del Corano, il libro sacro dei musulmani, che egli affermò di aver scritto sotto la dettatura diretta di Dio.

Il Corano era centrato inizialmente sul monoteismo e sull'annuncio del giorno del giudizio, la cui imminenza esigeva conversione e pentimento.
A causa dei contrasti derivati dalla sua predicazione, nel 622 emigrò a Yathrib, la futura Medina: l'egira, la "fuga", segnò l'anno di inizio dell'era musulmana. A Yathrib il movimento islamico divenne comunità politico-religiosa e la rivelazione coranica prese carattere di legislazione, opponendosi al cristianesimo ed all'ebraismo. Dopo gli scontri armati con i coreisciti, tribù araba della Mecca, e l'annientamento degli Ebrei di Medina, la città santa venne conquistata nel 630.
Maometto continuò a risiedere a Medina dove morì. La sua tomba è uno dei luoghi santi che un musulmano deve visitare almeno una volta nella vita.

Perchè Dante abbia collocato Maometto tra i seminatori di scisma si spiega con il fatto che, nel Medioevo, Maometto era stato ritenuto un cardinale cristiano che, per il rancore della mancata elezione al papato, si era staccato dalla fede cristiana e aveva allontanato una parte dei cristiani dal corpo unitario della Chiesa.
In particolare l'odio della cristianità si scatenò sul fondatore per la costante minaccia degli Arabi musulmani nei confronti della civiltà occidentale, a cui avevano sottratto anche una considerevole parte di territorio (Spagna e Sicilia), oltre che per l'invasione della Palestina e la perdita dei Luoghi Santi.