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CACO Inf. XXV, 16
Cerchio 8 - Bolgia 7 - Ladri

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I Centauri erano creature mitologiche dal busto umano su corpo di cavallo che vivevano nei boschi della Tessaglia, con fama di esseri violenti e litigiosi.
Nella Commedia simboleggiano l'ira folle e sono custodi, nel Cerchio VII, dei violenti contro il prossimo.

Caco, descritto da Virgilio (Eneide VIII, 184-275) come un essere gigantesco e mostruoso con tre teste che vomitavano fuoco, era un ladro di bestiame, ed abitava in una caverna sul Monte Aventino, sporca di sangue e piena di teschi umani.
Caco rubò quattro buoi e quattro giovenche di straordinaria bellezza ad Ercole, che ritornava dalla Spagna recando gli armenti del re Gerione. Benchè Caco, facendo camminare a ritroso gli animali, avesse lasciato ingannevoli tracce che andavano in direzione opposta a quella del suo antro, Ercole riuscì a riprendere i buoi, ed il mostro morì soffocato dalla terribile stretta delle braccia dell'eroe.
Nella raffigurazione di Caco Dante non segue fedelmente l'opera di Virgilio.
Il Caco di Dante non è un mostro, ma un centauro; inoltre a vomitare fuoco non è Caco, ma il drago che sta sulla sua schiena; infine in Virgilio egli muore per soffocamento, mentre in Dante egli muore a colpi di clava, così come narra un passo di Ovidio (Fasti, I 575-576).
Caco è l'unico centauro che Dante trasferisce dal girone dei violenti alla bolgia dei ladri, perchè la caratteristica saliente della sua personalità è, più che la violenza, l'inganno.

Caco (come Minosse, Caronte, Cerbero, Pluto, Gerione) è uno dei demoni pagani passati nell'inferno cristiano di Dante e collocati poi come guardiani dei vari cerchi, dopo essere stati trasformati in esseri demoniaci sulla traccia dell'interpretazione figurale dei Padri della Chiesa, concludendo, così, il processo di assimilazione della cultura classica, iniziato fin dalle origini del cristianesimo.