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Personaggi citati

'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio
Inf. XXVII, 46;
("tiranno fello" Malatestino) Inf. XXVIII,81

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I due "mastini" sono Malatesta il Vecchio e suo figlio Malatestino da Verrucchio, tiranni di Rimini dal 1295, che si distinsero per la loro crudeltà, soliti a fare "d'i denti succhio" (Inf. XXVII, 48), cioè aggredire e dilaniare l'avversario politico.

L'episodio cui Dante esplicitamente allude, facendone paradigma dell'indole violenta dei Da Verrucchio, è la cattura a tradimento e l'uccisione di Montagna dei Parcitati, capo della fazione ghibellina della città.

Malatesta il Vecchio resse la signoria di Rimini fino al 1312, anno della sua morte, lasciando il potere al suo primogenito Malatestino.
Il secondogenito Giovanni, detto Gianciotto, fu sposato a Francesca Da Polenta, figlia di Guido il Vecchio, signore di Ravenna, per consolidare reciprocamente la posizione politica delle due famiglie. Scoperto l'adulterio di lei con Paolo, il terzogenito di Malatesta il Vecchio, Gianciotto li uccise entrambi forse nel castello di famiglia.